Moving voices – masterclass con Marialuisa Capurso
10 ottobre – 10.30/13.30 – Teatro Kismet OperA
dal silenzio al respiro, dal respiro al suono. La voce è lo strumento immediato che ho per comunicare con gli altri, così come lo è il gesto, il movimento.
Durante questo workshop, in ascolto con la propria voce, con lo spazio, con gli altri, si lavorerà sul concepimento di un gesto sonoro partendo dal silenzio e dal respiro.
Un’introduzione al lavoro di improvvisazione/composizione nello spazio in cui la voce è una parte del corpo, come le mani, la testa, i piedi,la pancia.
Si lavorerà attraverso esercizi di respirazione, riscaldamento vocale e corporeo, sviluppo di suoni, e improvvisazioni in solo, duo o gruppi.
È richiesto ad ogni partecipante di portare un piccolo testo (poesia, serie di parole casuali, strofa di una canzone).
Marialuisa Capurso
cantante, sound artist, performer, vive e lavora a Berlino dal 2012.
Il suo lavoro è multidisciplinare, esplora la connessione tra voce, suono, field recordings, corpo e improvvisazione. Interessata a investigare l’utilizzo dei devices elettronici che le permettono di estendere e trasformare la sua voce.
Ha studiato Teatro e danza all’ Accademia Stabile del Musical. Diplomata in musica jazz al Conservatorio “N.Piccini” di Bari,e specializzata in nuove tecnologie e linguaggi musicali al conservatorio “N.Rota” di Monopoli. Ha frequentato workshop sull’improvvisazione con Meredith Monk, Faheem Mazaar, Chiara Guidi, Michela Lucenti, Patricia Bardi, Barry Harris, Zeno Gabaglio, Carlos Zingaro, Dave Moss, Kent Carter, Karl Berger, William Parker, etc .
“Tutto è dettato dall’urgenza che porto dentro, dalla necessità di creare una dimensione artistica che mi appartenga, una dimensione intima, pura, avulsa da ogni tipo di regolamentazione imposta, e condivisibile con gli altri che vogliano farne parte.
Una ricerca verso l’essenza che porti a scoprire continuamente nuovi mondi, reali e non, deformati, onirici, immaginari, mistici, dissacranti, estremi. In ascolto con l’esterno, con lo spazio,con gli eventi, l’azione diventa rituale, cortocircuito,flusso di alterazione”